AD UNA FIALA DI MORFINA (anno 1923).
[Nota biografica : anche se solo undicenne Laetitia aveva partecipato alle cure della madre, Cordelia LUCIANI, che - come tante altre ragazze e donne dell’ epoca - era andata al fronte come crocerossina volontaria. Fu congedata prima della fine della guerra, perché la pelle di braccia, mani, stomaco e ventre le veniva via a brani essendo stata irradiata troppo con gli ancora non perfezionati raggi X; non ci si era ancora resi conto dell’ opportunità di proteggere, con grembiuli laminati di piombo, il personale medico. Amorosamente curata con la migliore farmacopea dell’ epoca (il padre era il famoso Luigi LUCIANI, il grande fisiologo nonché rettore dell’Università di Roma), per lenirle il dolore era stata tenuta lungamente sotto morfina; si riprese, ma rimanendo deturpata e, soprattutto, sterile: non le riuscì mai più di dare a Laetitia quel fratello che questa tanto desiderava.]
Insomma, da vera postera, mia madre affrontò il problema della droga con mezzo secolo d'anticipo; e se la lettura di questa splendida poesia servirà, anche ad un solo altro ragazzo, a rifiutare il paradiso artificiale degli stupefacenti, non sarà stata scritta invano.
Felicità! Sei qui? Oh, mi
sorprende
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all'arte, alla bellezza,
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